sabato 26 luglio 2008

Lago Film Fest

L’idea era di quelle folli: creare un festival di cortometraggi in un piccolo paesino in riva al lago che mai si era interessato di cinema. E come tutte le idee folli ha avuto successo. Così quattro anni fa è nato il Lago Film Festival, una rassegna di corti che vengono proiettati da una piattaforma galleggiante sull’acqua o nei cortili delle case, mentre il pubblico si siede molto informalmente sull’erba del declivio o sulle sedie di tutti i giorni.

Oltre che per la location di grande impatto (Lago è un paesino incantato che conserva l’atmosfera dei tempi passati con case e muretti in pietra illuminati dalla luce delle candele), il festival si fa apprezzare anche per la qualità dei cortometraggi che sono aumentati di numero e di valore nel corso degli anni.

Tra i premi assegnati c’è quello per la migliore sceneggiatura dedicato al bellunese Rodolfo Sonego, una delle personalità più luminose del cinema italiano, collaboratore ed amico di Alberto Sordi, nonché sceneggiatore di molti sui film, come “Il vigile”, “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata", “Il moralista”, "Una vita difficile".


Ieri sera è stato proiettato un documentario-intervista realizzato da Carlo Lizzani a Sonego, in cui lo sceneggiatore descrive la sua carriera e il suo modo di scrivere per il cinema. Nei suoi racconti o nelle sue sceneggiature ricercava sempre un’idea o una trovata, come la chiamava. Ci doveva essere un soggetto forte che contenesse dentro una metafora della vita e della società. Una volta individuato permetteva allo scrittore di conoscere fin dall’inizio come si sarebbe sviluppato e concluso il film. Sono nati da questi colpi di genio le intuizioni per l’annunciatore bravissimo, ma per nulla fotogenico, interpretato da Sordi in “Guglielmo il dentone” o l’episodio in “Roma ore 11” della donna che rifiuta i soccorsi e muore per non mostrare la misera biancheria che portava sotto il vestito.

sabato 19 luglio 2008

E’ nell’aria

L’altro giorno mentre ero in macchina ho sentito casualmente uno spot radiofonico che avevo scritto l’anno scorso per la catena di negozi di abbigliamento Pellizzari. Li seguo nei testi per conto di un amico designer: Zaven.

Sorpresa e compiacimento sono state le prime sensazioni. La sorpresa è stata grande, come per tutte le cose inaspettate. L’anno scorso, quando ho composto i testi, forse non ero completamente obiettivo, anche se lo spot radio mi piaceva molto. Quando ci si impegna in un lavoro, spesso, si tende ad essere indulgenti verso se sessi e considerare bellissime le parole trovate. Per questo è sempre meglio chiedere il parere di qualcuno di fidato prima di passare alla registrazione.

Mi sono anche stupito che il testo sia ancora attuale. C’è stata solo una piccola riedizione per cambiare la data di inizio della promozione. Lo spot era stato fatto in occasione dei saldi della passata stagione. E’ un argomento non facile da trattare si vuole cercare di creare qualcosa di creativo e non limitarsi a dire: saldi del 30%. Invece il cliente voleva proprio qualcosa di diverso e fresco. Ne è venuto fuori un spot che gioca con le parole tra italiano e inglese. Molto glamour, ma per una azienda che vende abbigliamento va benissimo. Anche a distanza di un anno.

sabato 12 luglio 2008

A Prosecco, please

Adesso non avrete problemi ad ordinare lo spumante italiano, coltivato tra le colline di casa, anche oltreoceano. E se il barman storce la bocca e assume un’aria perplessa, la colpa è tutta sua: il Prosecco è entrato anche nel primo dizionario americano. Non ci sono scuse.

Spesso accade che siano le parole straniere ad entrare nel vocabolario italiano. A volte succede il contrario, che siano i termini italiani a meritarsi uno spazio sui dizionari degli altri paesi. Segno che la nostra lingua è ancora viva. In quei casi c’è da brindarci su…

A maggior ragione se il vocabolo in questione non è altri che Prosecco. Il nome, che identifica il vitigno coltivato tra Conegliano e Valdobbiadene, è diventato così popolare negli Stati Uniti da entrare nella nuova edizione del Merriam - Webster's Collegiate Dictionary. Nell'opera vengono pubblicate esclusivamente le parole straniere divenute di uso comune.

Il rovescio della medaglia è che il Prosecco sta diventando troppo famoso e il termine rischia di essere usato per definire il vino con le bollicine in generale, perdendo la sua precisa identità.

Per difendere l’originalità del Prosecco potrebbe scendere in campo Alessandro Del Piero, come testimonial del prodotto. E’ questa la proposta del presidente della Coldiretti Fulvio Brunetta che, per festeggiare l’inserimento del vocabolo Prosecco nel dizionario Usa, ha invitato il calciatore ad un brindisi pubblico, magari in piazza dei Signori a Treviso, con un bel messaggio "Per la difesa del Made in Italy abbiamo bisogno di aiuto in attacco”.