Se si digitano su Google le parole Giancarlo Gentilini compaiono ben 51.400 pagine internet e un gruppo Facebook con più di 18.000 iscritti, nonostante da tempo non sia più il sindaco di Treviso. Non è che lo “sceriffo” ami particolarmente la rete (non ha un sito internet personale o un blog), ma la rete ama sicuramente lui a giudicare da quanto interesse è in grado di suscitare.
Fuori dalla rete le cose vanno ancora meglio. Non stupisce perciò che gli sia stata dedicata in vita una biografia. E’ uscita in questi giorni per la casa editrice EdizioniAnordest di Villorba il libro: "Gentilini, il sindaco sceriffo". Al giornalista del Gazzettino Paolo Calia che ne ha curato la redazione non sono certo mancati gli spunti. Da quindici anni Gentilini si distingue per commenti e giudizi a dir poco taglienti e sopra le righe. Le sue crociate per la “sicurezza” o contro gli immigrati clandestini hanno segnato un’epoca. Con le sue esternazioni ha sollevato violentissime polemiche, suscitando spesso l’ira della piazza.
Nel bene e nel male Gentilini è un autentico fenomeno della comunicazione del nord-est, uno che nonostante i suoi ottant’anni quando parla si fa sempre notare. Perché come dice lui stesso “Quando parli devi dare un messaggio che sia un pugno nello stomaco. Chi ascolta lo deve sentire, altrimenti non serve”.