sabato 15 dicembre 2007

Quando gli utenti non bastano

Lanciare professionalmente un sito internet affidandosi solo ai contenuti generati dagli utenti può essere una scelta penalizzante e portare addirittura al fallimento del progetto. E’ l’amara conclusione cui è giunto Steve Outing, pioniere del citizen journalism (il giornalismo partecipativo che vede la collaborazione attiva dei lettori) e senior editor della scuola di giornalismo Poynter Institute for Media Studies.

A fare realmente la differenza sono la selezione degli interventi inviati dalla community e il lavoro di redazione. Per mantenere alta la qualità del sito è necessario aggiornarlo con articoli prodotti da giornalisti o content editor professionisti e valorizzare solo i migliori contributi degli utenti, eventualmente ricorrendo ai un lavoro di editing sui testi.

Steve Outing da appassionato di mountain bike aveva realizzato un sito di nicchia dedicato agli amanti di questo sport, confidando solo sui contenuti prodotti da loro stessi. In effetti gli interventi della community ci sono stati, anche se il sito non ha mai raggiunto un traffico tale da attirare inserzionisti online. Il problema era la scarsa qualità dei contributi. In mezzo ad un mare di articoli mediocri o inutili, venivano sommersi i contenuti interessanti e ben confezionati con un danno generale dell’immagine e della qualità del sito.

Non si tratta di un caso solamente americano. E’ lo stesso problema che ha subito il Barbiere della Sera, sospeso in primavera, perché, sommerso da interventi sciatti, rabbiosi, inutilmente prolissi, pieni di errori ortografici.

domenica 9 dicembre 2007

E’ Natale...

Adesso ho capito perchè nelle sue pubblicità il testo quasi non esiste. Nessuno discute le sue doti di fotografo, ma il mestiere del copywriter non pare nelle sue corde. D’altro canto non si può essere bravi in tutto.

Questa volta sembra proprio che a Oliviero Toscani siano mancate le parole giuste. “E’ Natale? Scopiamo?” è la frase che ha scelto come tema natalizio per una iniziativa benefica voluta nientemeno che dal Comune di Milano, non proprio un’organizzazione progressista.

Tutto è nato quando il comune ha chiesto a 30 personaggi illustri (tra cui designer, stilisti, fotografi, giornalisti, ma anche sportivi e personaggi dello showbiz) di realizzare una serie di magliette da vendere all’asta in favore dei bambini.


Toscani, come sempre, ha giocato sulla provocazione, ma questa volta non sembra aver suscitato il solito vespaio di polemiche. Forse si aspettava una censura preventiva per scatenare il putiferio sulla libertà di espressione. Invece la sua frase è stata stampata. Per spiegare la scelta si è giustificato dicendo: “E’ dedicata a Milano, così ingessata, non si gode più!”. Ma il tema non era il Natale, gli auguri, i bambini, i buoni sentimenti?


Gli altri messaggi d’auguri finiti sulle T shirt sono stati: “W il Natale dei bambini” di Letizia Moratti, “Babbo Natale esiste…” di Roberto Cavalli, “Se a Natale le tue certezze barcollano è segno che stai bene” di Platinette, “La pace ha i colori della non violenza” di Umberto Veronesi.


La più bella: “A Natale, regalate un sorriso'" di Tiziana Maiolo. Banale? Forse. Ma in fondo non ci aspettiamo questo dal Natale?