Adesso ho capito perchè nelle sue pubblicità il testo quasi non esiste. Nessuno discute le sue doti di fotografo, ma il mestiere del copywriter non pare nelle sue corde. D’altro canto non si può essere bravi in tutto.
Questa volta sembra proprio che a Oliviero Toscani siano mancate le parole giuste. “E’ Natale? Scopiamo?” è la frase che ha scelto come tema natalizio per una iniziativa benefica voluta nientemeno che dal Comune di Milano, non proprio un’organizzazione progressista.
Tutto è nato quando il comune ha chiesto a 30 personaggi illustri (tra cui designer, stilisti, fotografi, giornalisti, ma anche sportivi e personaggi dello showbiz) di realizzare una serie di magliette da vendere all’asta in favore dei bambini.
Toscani, come sempre, ha giocato sulla provocazione, ma questa volta non sembra aver suscitato il solito vespaio di polemiche. Forse si aspettava una censura preventiva per scatenare il putiferio sulla libertà di espressione. Invece la sua frase è stata stampata. Per spiegare la scelta si è giustificato dicendo: “E’ dedicata a Milano, così ingessata, non si gode più!”. Ma il tema non era il Natale, gli auguri, i bambini, i buoni sentimenti?
Gli altri messaggi d’auguri finiti sulle T shirt sono stati: “W il Natale dei bambini” di Letizia Moratti, “Babbo Natale esiste…” di Roberto Cavalli, “Se a Natale le tue certezze barcollano è segno che stai bene” di Platinette, “La pace ha i colori della non violenza” di Umberto Veronesi.
La più bella: “A Natale, regalate un sorriso'" di Tiziana Maiolo. Banale? Forse. Ma in fondo non ci aspettiamo questo dal Natale?
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