L’idea era di quelle folli: creare un festival di cortometraggi in un piccolo paesino in riva al lago che mai si era interessato di cinema. E come tutte le idee folli ha avuto successo. Così quattro anni fa è nato il Lago Film Festival, una rassegna di corti che vengono proiettati da una piattaforma galleggiante sull’acqua o nei cortili delle case, mentre il pubblico si siede molto informalmente sull’erba del declivio o sulle sedie di tutti i giorni.
Oltre che per la location di grande impatto (Lago è un paesino incantato che conserva l’atmosfera dei tempi passati con case e muretti in pietra illuminati dalla luce delle candele), il festival si fa apprezzare anche per la qualità dei cortometraggi che sono aumentati di numero e di valore nel corso degli anni.
Tra i premi assegnati c’è quello per la migliore sceneggiatura dedicato al bellunese Rodolfo Sonego, una delle personalità più luminose del cinema italiano, collaboratore ed amico di Alberto Sordi, nonché sceneggiatore di molti sui film, come “Il vigile”, “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata", “Il moralista”, "Una vita difficile".
Ieri sera è stato proiettato un documentario-intervista realizzato da Carlo Lizzani a Sonego, in cui lo sceneggiatore descrive la sua carriera e il suo modo di scrivere per il cinema. Nei suoi racconti o nelle sue sceneggiature ricercava sempre un’idea o una trovata, come la chiamava. Ci doveva essere un soggetto forte che contenesse dentro una metafora della vita e della società. Una volta individuato permetteva allo scrittore di conoscere fin dall’inizio come si sarebbe sviluppato e concluso il film. Sono nati da questi colpi di genio le intuizioni per l’annunciatore bravissimo, ma per nulla fotogenico, interpretato da Sordi in “Guglielmo il dentone” o l’episodio in “Roma ore 11” della donna che rifiuta i soccorsi e muore per non mostrare la misera biancheria che portava sotto il vestito.
sabato 26 luglio 2008
Lago Film Fest
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