Pordenone continua a stupirmi. Sarà che ci vado solo poche volte l’anno (e quindi non ho una esatta percezione di quanto ricca sia la sua scena culturale), ma quando sono lì per un evento trovo sempre il tutto esaurito. E’ accaduto anche sabato scorso al Teatro Giuseppe Verdi (capienza 870 posti) per l’incontro con Paul Auster, uno scrittore, non certo una rock star.
Insieme a Lou Reed e Woody Allen, Paul Auster è oggi uno dei cantori di New York, un protagonista della letteratura mondiale che, con una scrittura diretta e incisiva, sa scandagliare le angosce e le nevrosi dell’uomo di oggi e descrivere le solitudini delle nostre vite contemporanee.
Secondo Paul Auster le persone hanno ancora bisogno di storie. Non di storie televisive, ma di storie scritte, che ci aiutino anche a dare senso al mondo in cui viviamo. I bambini hanno fame di storie e quel bisogno di sentirsi narrare un racconto prima di andare a letto rimane anche negli adulti.
Tra gli scrittori della nuova generazione americana che Paul Auster consiglia di leggere ci sono Rick Moody, Richard Powers, sua moglie Siri Hustvedt e David Foster Wallace, autore di una prosa fluttuante, con momenti brillanti e un realismo potente. Peccato che sia da poco scomparso.
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