La Stella brilla sempre dall’alto” (“The Star always shines from above”). Non è il titolo di una canzone di Paris Hilton, ma il nuovo payoff scelto da Mercedes per rinnovare la propria brand identity.
Il payoff, forse un po’ lungo, ha la capacità di dialogare con il simbolo di Mercedes, la stella a tre punte che campeggia sul logo e su tutti i cofani delle vetture. Inoltre si caratterizza per l’uso di verbi espansivi, illuminanti. Sembra quasi di vedere dei paesaggi che si aprono davanti a chi guida o delle rosee prospettive che si aprono sul futuro dell’azienda.
Il cambiamento del payoff, rappresenta la volontà della casa di Stoccarda di enfatizzare la posizione di leadership tra i produttori mondiali di automobili ed esprimere un orientamento all’innovazione. Così afferma Mercedes nel comunicato stampa.
In questo senso il precedente motto “Engineered like no other car in the world" era molto più legato alla tecnologia e alla capacità produttiva. E sicuramente meno glamour.
Anche visivamente la stella di Mercedes dovrà sempre brillare dall’alto. In tutti i messaggi, sia visivi che testuali, la sequenza dovrà essere: stella, messaggio, payoff. Inoltre nelle nuove campagne di comunicazione assieme alle vetture saranno presentati anche persone, edifici e paesaggi in composizioni spaziose, dinamiche e... luminose.
venerdì 26 ottobre 2007
giovedì 25 ottobre 2007
Cene d’autore
Metti una sera a cena con un ospite speciale… Questa l’idea, non di un ristorante, ma della Fondazione Quercini Stampalia che invita quattro autori italiani per raccontate una storia tra un antipasto e un bicchier di vino.
Il narratore, una volta tanto, non è separato dagli ascoltatori, ma in mezzo a loro. In quel particolare clima di cordialità che una cena è in grado di creare recita ad alta voce il suo racconto. Sullo sfondo la dimensione quasi teatrale degli spazi del museo.
Dal caffè letterario al ristorante letterario… La rassegna letteral-gastronomica è anche di un interessante modo per far vivere e scoprire (magari sotto una veste diversa) gli spazi museali, progettati dall’architetto svizzero Mario Botta. Il pianterreno e il giardino sono, invece, di Carlo Scarpa.
“Raccontami una storia a cena” porta a tavola quattro voci del programma letterario veneziano e nazionale. Ecco il programma:
Mercoledì 7 novembre ore 19.30 a cena con Enrico Palandri, veneziano trapiantato a Londra, scrittore di romanzi e autore per il cinema, la radio e la televisione. E’ considerato l'iniziatore della stagione letteraria dei nuovi autori italiani degli anni '80.
Mercoledì 14 novembre ore 19.30 a cena con Pietro Spirito, giornalista del quotidiano Il Piccolo di Trieste. E’ autore di saggi, racconti e romanzi, tra cui “Le indemoniate di Verzegnis” e “Un corpo sul fondo”.
Venerdì 23 novembre ore 19.30 a cena con Enrica Corradini. Si è occupata di arte e spettacolo per la rivista “Tourism News”. Per la casa editrice RosEn ha ideato la collana “Giochinarte” e pubblicato libri di costume, testi di documentari e un romanzo.
Venerdì 30 novembre ore 19.30 a cena con Carla Coco, scrittrice di gastronomia e di cultura mediorientale. E’ ideatrice con Flavio Birri di “Cucine Corsare – Libere incursioni tra cotture e culture” un movimento nato per promuovere l’arte, la storia, la cucina di qualità.
Il narratore, una volta tanto, non è separato dagli ascoltatori, ma in mezzo a loro. In quel particolare clima di cordialità che una cena è in grado di creare recita ad alta voce il suo racconto. Sullo sfondo la dimensione quasi teatrale degli spazi del museo.
Dal caffè letterario al ristorante letterario… La rassegna letteral-gastronomica è anche di un interessante modo per far vivere e scoprire (magari sotto una veste diversa) gli spazi museali, progettati dall’architetto svizzero Mario Botta. Il pianterreno e il giardino sono, invece, di Carlo Scarpa.
“Raccontami una storia a cena” porta a tavola quattro voci del programma letterario veneziano e nazionale. Ecco il programma:
Mercoledì 7 novembre ore 19.30 a cena con Enrico Palandri, veneziano trapiantato a Londra, scrittore di romanzi e autore per il cinema, la radio e la televisione. E’ considerato l'iniziatore della stagione letteraria dei nuovi autori italiani degli anni '80.
Mercoledì 14 novembre ore 19.30 a cena con Pietro Spirito, giornalista del quotidiano Il Piccolo di Trieste. E’ autore di saggi, racconti e romanzi, tra cui “Le indemoniate di Verzegnis” e “Un corpo sul fondo”.
Venerdì 23 novembre ore 19.30 a cena con Enrica Corradini. Si è occupata di arte e spettacolo per la rivista “Tourism News”. Per la casa editrice RosEn ha ideato la collana “Giochinarte” e pubblicato libri di costume, testi di documentari e un romanzo.
Venerdì 30 novembre ore 19.30 a cena con Carla Coco, scrittrice di gastronomia e di cultura mediorientale. E’ ideatrice con Flavio Birri di “Cucine Corsare – Libere incursioni tra cotture e culture” un movimento nato per promuovere l’arte, la storia, la cucina di qualità.
venerdì 19 ottobre 2007
Depero, pioniere della pubblicità
Anche la pubblicità può essere un’arte. Uno dei primi a capirlo e sperimentarlo fu il futurista Fortunato Depero. Dalla fine degli anni 10 mise la sua creatività al servizio della nascente grafica pubblicitaria. Il risultato fu grandioso.
“Davanti a un cartellone del giovane artista trentino il passante deve soffermarsi con un grido di sorpresa. La sua tavolozza ci arresta di colpo come se ci ficcassero due dita negli occhi”. Così descriveva le opere di Depero Umberto Notari, allora direttore dell'Istituto Editoriale Italiano. Vorrei che anche le mie pubblicità fossero così, anche se nel frattempo chi le guarda è sicuramente diventato più smaliziato.
Per realizzare le sue creazioni Depero si concentrava su immagini, suoni, sensazioni che riversava come un flusso di colore sul cartellone. Con il passare del tempo le illustrazioni persero il colore dei primi tempi. La carta stampata esigeva un severo bianco e nero. Depero scoprì allora nuove armi il lettering e la potenza della parola.
La mostra, aperta fino al 3 febbraio al Mart, bel museo di Rovereto, presenta per la prima volta insieme il ricchissimo repertorio delle opere di Depero: manifesti, locandine, disegni, collage, cartoline.
“Davanti a un cartellone del giovane artista trentino il passante deve soffermarsi con un grido di sorpresa. La sua tavolozza ci arresta di colpo come se ci ficcassero due dita negli occhi”. Così descriveva le opere di Depero Umberto Notari, allora direttore dell'Istituto Editoriale Italiano. Vorrei che anche le mie pubblicità fossero così, anche se nel frattempo chi le guarda è sicuramente diventato più smaliziato.
Per realizzare le sue creazioni Depero si concentrava su immagini, suoni, sensazioni che riversava come un flusso di colore sul cartellone. Con il passare del tempo le illustrazioni persero il colore dei primi tempi. La carta stampata esigeva un severo bianco e nero. Depero scoprì allora nuove armi il lettering e la potenza della parola.
La mostra, aperta fino al 3 febbraio al Mart, bel museo di Rovereto, presenta per la prima volta insieme il ricchissimo repertorio delle opere di Depero: manifesti, locandine, disegni, collage, cartoline.
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