Anche la pubblicità può essere un’arte. Uno dei primi a capirlo e sperimentarlo fu il futurista Fortunato Depero. Dalla fine degli anni 10 mise la sua creatività al servizio della nascente grafica pubblicitaria. Il risultato fu grandioso.
“Davanti a un cartellone del giovane artista trentino il passante deve soffermarsi con un grido di sorpresa. La sua tavolozza ci arresta di colpo come se ci ficcassero due dita negli occhi”. Così descriveva le opere di Depero Umberto Notari, allora direttore dell'Istituto Editoriale Italiano. Vorrei che anche le mie pubblicità fossero così, anche se nel frattempo chi le guarda è sicuramente diventato più smaliziato.
Per realizzare le sue creazioni Depero si concentrava su immagini, suoni, sensazioni che riversava come un flusso di colore sul cartellone. Con il passare del tempo le illustrazioni persero il colore dei primi tempi. La carta stampata esigeva un severo bianco e nero. Depero scoprì allora nuove armi il lettering e la potenza della parola.
La mostra, aperta fino al 3 febbraio al Mart, bel museo di Rovereto, presenta per la prima volta insieme il ricchissimo repertorio delle opere di Depero: manifesti, locandine, disegni, collage, cartoline.
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