venerdì 17 settembre 2010

Tiro l’acqua al mio mulino


Ho da poco iniziato a collaborare con l’agenzia di pubblicità Marcantonio di Conegliano. Uno dei primi lavori sui quali mi sono cimentato è una pagina pubblicitaria per Mill Service. Si tratta di una azienda che progetta e realizza impianti per la macina dei cereali. Pur essendo una realtà fortemente orientata alla tecnologia e all’innovazione, il concept della campagna ha voluto sottolinearne anche il legame con la tradizione, con la natura e con la genuinità delle farine che trasformate dai molini arrivano quotidianamente sulle nostre tavole.

L’headline scelta per la campagna è: “Gli impianti del futuro hanno radici nel passato”, abbinata all’immagine poetica di alcuni mulini a vento. Mentre la bodycopy recita: “Un’arte antica, come la macina dei cereali, si rinnova ogni giorno nella ricerca di soluzioni tecniche più avanzate e rispettose dell’ambiente. MS Italia mette a frutto anni d'esperienza e il constante impegno per l’innovazione nella progettazione e realizzazione dei migliori impianti di molitura, in grado di ottenere il giusto equilibrio tra il massimo rendimento e la qualità dei prodotti finiti.” Tutta farina del mio sacco.


venerdì 6 agosto 2010

QR e bluetooth: le mode dell’estate


Altro che iPhone, Treviso scopre altre due tecnologie, a dire il vero un po’ più datate, per comunicare: il codice QR e il bluetooth.


Il QR (Quick Response, risposta rapida) è un codice simile al codice a barre, ma è costituito da tanti quadratini bianchi e neri. Se fotografato dal cellulare permette di ricevere informazioni aggiuntive come un breve testo o accedere ad una pagina internet. Quest’estate il comune di Codognè sulle locandine stampate per pubblicizzare gli eventi della rassegna estiva “notti tra le stelle” ha inserito anche il codice QR, generando non poca sorpresa e vivo interesse dei media e dei cittadini. Il giovane sindaco Roberto Bet lo ha pure indossato il codice QR. Quando si recato in visita all’Expo di Shangai, assieme alla delegazione provinciale, ha indossato una maglietta con scritto “Co2gnè inside” (Codognè dentro) nascosto tra i quadratini del codice.


Il bluetooth, invece, è una tecnologia wireless che consente di collegare computer, telefoni cellulari e dispositivi portatili tra loro e a internet. Chi si trova a passare per il centro di Treviso, d’ora in poi, potrà ricevere sul cellulare notizie, orari e offerte dei negozi, indicazioni di bar e ristoranti, informazioni sulle mostre aperte. L’applicazione si può scaricare gratuitamente nelle vicinanze di tre colonnine poste nel centro della città: in Piazza Borsa, in Piazza dei Signori e a Porta San Tomaso.

venerdì 30 luglio 2010

And the Oscar goes to… Pjoon

Quest’anno agli Oscar del web italiani, il Premio Web Italia, sono stati premiati anche tre talenti trevigiani: Pasquale Lagonigro, Francesco D'Avella, Marco Orseoli. Il loro progetto Pjoon (Project Moon) è stato giudicato il miglior social network italiano da una giuria di 80 specialisti del web, composta da designer, tecnici della comunicazione e della rete, dirigenti pubblici. Dopo i gloriosi tempi di E-tree, finalmente i riflettori si riaccendono sul nord est.

Pjoon è un portale che mette in comunicazione community, gruppi di amici, ma anche aziende che si ritrovano in questo spazio virtuale e creano relazioni. E’ una sorta di Facebook più evoluto perché consente agli utenti di comunicare tra loro e in più di accedere a vari siti web. Al suo interno convivono un tradizionale social network popolato da persone e un social net service, una rete di siti e portali connessi tra loro. I vari siti poi, attraverso Pjoon, possono interagire e comunicare facilmente.

Il successo di questo originale social network è dimostrato dai numeri. Nato due anni fa, Pjoon oggi conta circa 1.000 siti iscritti e oltre 20.000 utenti. Ogni mese 8.000 persone lo visitano.

sabato 29 maggio 2010

Cos’è finito nel mio spritz?

Potrebbe andarvi di traverso il bicchiere di fronte ad una immagine così. Ma, in fondo, l’obiettivo è proprio questo. Nella nuova campagna pubblicitaria voluta dall’Ulss7 di Treviso per sensibilizzare le giovani madri sull’abuso di alcol in gravidanza è stata usata una immagine shock: un feto immerso in un popolare aperitivo con l’headline “Mamma beve, bimbo beve”.


La questione è seria. Non solo perché si tocca uno dei simboli di Treviso: lo spritz finora è stato sempre associato ad immagini positive e di festa come quelle delle campagne pubblicitarie di Aperol. Ma soprattutto perché i dati sul consumo di alcol nelle donne in Veneto sono preoccupanti. Ben il 66,5% delle ragazze dagli 11 anni in su ne fa uso ogni giorno e il 65% di loro non cambia abitudine in gravidanza con una serie di conseguenze che vanno dagli aborti spontanei ai parti prematuri, dalle malformazioni ai deficit cognitivi, di sviluppo e di linguaggio del nascituro.

La campagna, studiata da Fabrica, prevede anche un sito internet (che per ora permette solo di richiedere informazioni) e una serie di adesivi da attaccare agli specchi dei bagni delle donne di bar, ristoranti e discoteche.

sabato 22 maggio 2010

Questione di etichetta

Uno degli elementi più sottovalutati del web è la chiarezza delle voci dei menù e delle varie etichette testuali che si trovano sulle pagine di un sito internet. E’ una attività che viene realizzata all'ultimo momento perché si punta tutta l'attenzione sul visual design e sull'interfaccia. Ma una cattiva attività di labelling è spesso fonte di problemi di navigazione e di accesso alle informazioni. Quante volte abbiamo cliccato su un link e ci siamo ritrovati di fronte ad un contenuto inaspettato?

Non capita perciò tutti i giorni di essere coinvolto, fin dalle fasi iniziali di un progetto internet, nella scelta delle etichette di un sito. A dimostrare questa particolare sensibilità è una casa editrice che ha alle spalle una lunga storia e che, forse a torto, viene vista come depositaria di un sapere impolverato, fatto di enciclopedie e atlanti. Per la realizzazione del nuovo sito DeAgostini mi ha proposto una riflessione sul corretto labeling delle etichette che definiscono i diversi settori del suo vasto catalogo. Il raggruppamento non doveva essere autoreferenziale, basato sulle divisioni aziendali, ma radunare prodotti simili tra loro in funzione dei potenziali lettori. Il risultato è una sorta di tag cloud, ben visibile nella fascia alta del sito, che visualizza le voci del menù e il loro grado di importanza.

sabato 15 maggio 2010

Refusi di montagna

A volte inserire un palese errore di battitura nella headline che campeggia su un cartellone pubblicitario può essere un espediente per attirare l’attenzione e regalare un sorriso con un gioco di parole a chi legge. Ma l’effetto deve essere voluto, altrimenti dal divertimento si passa presto all’imbarazzo.


Un refuso, purtroppo non voluto, invece è capitato nelle Dolomiti Bellunesi. Da poco queste meravigliose montagne sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Un bel traguardo che merita di essere segnalato a tutti i turisti che si trovano a passare sotto quelle cime. Peccato, però, che nei cartelli posti all’ingresso dei 15 comuni del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ci sia un clamoroso svarione. Nel logo la definizione inglese "world heritage" (che significa patrimonio mondiale) è diventata, per un’inversione di lettere, "wolrd heritage".

L’errore è sempre dietro l’angolo e non risparmia nessuno. A volte si tratta semplicemente di una lettera battuta al posto di un’altra, di un accento dimenticato o di una inversione di caratteri. Questione di minuzie si potrebbe dire. Ma è proprio nei dettagli che sta la perfezione. Perfection is in the details.

sabato 10 aprile 2010

Un viaggio di parole

Il turismo continua ad essere un settore dove la creazione di contenuti per il web ed articoli sulle destinazioni di viaggio è molto richiesta. Al momento sto partecipando ad un nuovo progetto che dovrebbe sfociare in un portale che tratterà il mare, la montagna, l’arte e la cultura, i viaggi nel gusto e l’outdoor. Mi è stato chiesto di preparare dei testi di prova su questi argomenti. Eccone uno: Cortina, sulle tracce di Hemingway.


Alla scopetta dei luoghi preferiti dallo scrittore americano

In Italia dopo la guerra
Molti conoscono la storia di Ernest Hemingway soldato volontario durante la prima guerra mondiale sul fronte del Piave. Pochi conoscono, invece, le vicende più private dello scrittore innamorato dei paesaggi e delle atmosfere della regione Veneto. I luoghi conosciuti durante i momenti terribili della tragedia bellica esercitarono su di lui sempre un grande fascino e lo spinsero, a distanza di anni, a tornare per rivederli. Nel 1948 Hemingway soggiornò nuovamente l’Italia, questa volta a Cortina, concedendosi un piacevole periodo di vacanza. Troverà anche l’ispirazione per iniziare un nuovo libro, dopo dieci anni durante i quali non aveva praticamente scritto nulla.

Al centro della vita cortinese
Il secondo incontro tra Hemingway e il Veneto avvenne nel settembre del 1948. Lo scrittore americano abitò per qualche mese a Cortina e vi incontrò coloro che diventeranno i protagonisti del romanzo, ricco di riferimenti autobiografici, “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Alla stesura definitiva vi lavorò, come da sua abitudine, al tavolino di un bar, quello dell’Hotel de la Poste. Annoverato tra i locali storici d'Italia è situato nel pieno centro, in piazza Roma, ed è da sempre luogo di ritrovo della mondanità ampezzana, apprezzato per i suoi cocktail. Davanti ad un Puccini, drink a base di champagne e mandarino inventato dall’estro barman Renato Haussman come rivisitazione invernale del Bellini, potete farvi incuriosire dalla vita cittadina che vi scorre intorno e, perché no, farvi ispirare…

Soggiorni tra le cime
Durante il suo soggiorno ampezzano Hemingway fu inizialmente ospite all’Hotel Concordia, aperto fuori stagione esclusivamente per lui. L’albergo è posto sulla famosa passeggiata di Corso Italia, la via principale di Cortina, oggi affollata di negozi alla moda e locali notturni. Costruito nel 1907 è stato rinnovato di recente, ma conserva ancora un’atmosfera d’antan con i balconi fioriti, le mura esterne rivestite in pietra e il caldo arredamento in legno. Successivamente, nella prima metà di dicembre, Hemingway ritornò a Cortina, dopo alcune settimane trascorse tra Venezia e Torcello, e si stabilì a Villa Aprile, una casa appena fuori città, presa in affitto dalla famiglia ebrea Aprile. La piccola residenza aveva una vista stupenda, circondata da grandi pendii erbosi coperti di neve. Era un luogo tranquillo per leggere e scrivere e l’ideale punto di partenza per le camminate verso le cime delle Dolomiti. A Villa Aprile Hemingway festeggiò il Capodanno del 1948 in compagnia della moglie Mary e dell’amica Fernanda Pivano. Ma qui incontrò, durante una battuta di caccia, anche la bellissima baronessa diciannovenne Adriana Ivancich. Perdutamente innamorato, le rivelò: “Quando ti ho conosciuta non riuscivo più a scrivere, è grazie a te che ho ricominciato”.

lunedì 5 aprile 2010

La comunicazione è un gioco di prestigio

Anche quest’anno al Salone del Mobile di Milano, l’appuntamento più importante per chi si occupa di arredamento e design, ci sarà qualcosa di mio. Continua la collaborazione con Pallucco che mi ha incarico della redazione dei testi di presentazione dei nuovi prodotti. Il più interessante è Tabard, un mantello-appendiabiti sorprendente come un gioco di prestigio. Ecco la sua descrizione:

Chi è il misterioso personaggio sospeso sul muro e nascosto dietro il mantello? Tutti gli indizi portano a… Denis Santachiara. Potrebbe essere l’intrigante inizio di un giallo di Sir Conan Doyle, invece, è la nuova giocosa proposta d’arredo ideata dall’eclettico designer italiano per Pallucco. Non serve perciò l’intuito dell’investigatore del mistero Sherlock Holmes, sempre raffigurato con indosso una vezzosa mantellina, per svelare l’arcano. Basta avvicinarsi e sbirciare sotto o di lato. Si scopre così che Tabard è un originale appendiabiti, unico nel suo genere perché protetto da un elegante guscio rigido semitrasparente. Nelle forme ricorda uno dei capi simbolo dell’abbigliamento di fine ottocento e inizio novecento: il tabarro (tabard in francese), il lungo soprabito senza cuciture che si avvolgeva intorno al corpo. Rispetto ad un normale attaccapanni, però, i ruoli sono invertiti. Mentre i tradizionali appendiabiti vengono coperti dai vestiti, al contrario Tabard copre i capi, li protegge dalla polvere e infonde una immagine inedita e curiosa a questo oggetto. Tabard è disponibile in due versioni: applique o piantana, ottenuta accoppiando i due mantelli. All’interno è posta una lampada che filtra la sua luce attraverso il materiale traslucido del mantello, contribuendo a creare un alone di mistero, fascino e seduzione.

sabato 20 marzo 2010

1000 internauti per Venezia 2020

Sarebbe stato più evocativo 2020 internauti per Venezia 2020. Ma tant’è, anche 1000 posson bastare.

Il comitato che sostiene la candidatura
di Venezia come sede per i XXXII Giochi Olimpici e Paralimpici del 2020 chiama a raccolta il popolo di internet per battere la concorrenza interna di Roma, anch’essa in lizza per ospitare le Olimpiadi. I prossimi due mesi saranno decisivi per il Coni che è chiamato a scegliere la candidatura ufficiale per il nostro paese.

Dopo gli attestati di sostegno espressi dalle istituzioni del territorio e l’adesione di oltre mille imprese private alla campagna di endorsement “Noi ci crediamo”, il testimone della simbolica staffetta ora passa alla rete. Si cercano mille interventi e adesioni, fra messaggi di status, post dedicati sui blog, multimedia e adozioni di badge personalizzati che serviranno a rafforzare la proposta di una Olimpiade ospitata, per la prima volta, nello scenario fantastico di Venezia e in tutto il Nordest.

Essere uno dei mille significa mostrare il proprio supporto al progetto attraverso uno o più dei propri presidi online: profilo Facebook, blog, account Twitter o Friendfeed, album Flickr, canale YouTube e così via, a seconda dello strumento preferito. Se volete concorrere con Venezia 2020 rispondete all’appello sul sito ufficiale.

sabato 27 febbraio 2010

Guardare, vedere

Gioca sulle sfumature di significati tra termini apparentemente simili la campagna pubblicitaria lanciata per promuovere la mostra dedicata al pittore Cima da Conegliano.


Alcune mostre si vedono. Altre si guardano” è l’headline che campeggia nelle locandine, nei flyer e nelle maxi affissioni posizionate in alcuni punti ad alta affluenza di Conegliano. Vedere come sguardo sfuggente e veloce tra le sale di un museo non particolarmente interessante. Guardare come osservazione appassionata e approfondita dei quadri alla scoperta dei dettagli che appagano gli occhi e lo spirito.


Ma è anche un invito a scoprire un autentico poeta del paesaggio che per la prima volta guardò con occhi nuovi alla natura e al territorio. Cima è stato il primo artista che ha lasciato l'utopia del paesaggio ideale per restituire, invece, in scenari incantati, una
resa topografica e concreta dei colli trevigiani.

Alla mostra è associato anche un sito internet, dove però non viene ripreso lo stesso headline. Chissà perché nella homepage non c’è uno slogan e nella pagina interna è sostituito dal titolo “Dove l’amore per la propria terra si fa arte”.

sabato 30 gennaio 2010

Comunicazione et(n)ica

Se la quota di immigrati nella popolazione italiana cresce anche la comunicazione si adegua. Savno, azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nell’alto trevigiano, ha realizzato una campagna pubblicitaria destinata agli extracomunitari per sensibilizzarli alla raccolta differenziata.


Sui manifesti realizzati per la campagna ci sono i volti di 12 immigrati provenienti da diverse nazioni che, nella loro lingua di origine, comunicano lo slogan “Anch’io faccio la differenza!”. Il cittadino extracomunitario diventa protagonista della comunicazione. La scelta di utilizzare i volti degli stranieri, infatti, ha lo scopo di agevolare l’identificazione delle persone al messaggio veicolato.

I manifesti sono accompagnati da un manuale che contiene una descrizione dettagliata di tutte le tipologie di rifiuto, corredata da foto e disegni. I testi sono redatti sia in italiano sia in diverse lingue straniere per incentivare il più possibile l’integrazione degli immigrati e la comprensione.

Nel rispetto dello spirito ecologista dell’azienda, i depliant informativi non vengono distribuiti “a pioggia”, ma diffusi attraverso le strutture a cui abitualmente gli immigrati si rivolgono, come l’Informagiovani, il consultorio, la Caritas, lo sportello stranieri, la questura, gli uffici postali, i phone center.

sabato 16 gennaio 2010

Errori comuni

Scrivere bene è importante. Rileggere quello che si è scritto lo è ancora di più. Un testo ben pensato può essere, infatti, completamente vanificato da un errore di battitura o di grammatica.

Su internet si sta diffondendo una sgradevole sciatteria. In nome dell’urgenza di comunicare spesso si sacrificano la forma e l’ortografia. Quasi che scrivere sia l’aspetto fondamentale, non importa cosa o come, tanto gli altri poi capiranno, in qualche modo. Non parlo solo di Facebook, ma anche di siti istituzionali, dove si dovrebbe fare molta attenzione all’immagine aziendale che si trasmette attraverso i contenuti pubblicati.


Questa notizia, visibile anche in homepage, è stata pubblicata sul sito del comune di Treviso:

Venerdì 15 gennaio alle ore 17 in Piazza Borsa verrà inaugurata la pista di pattinaggio di ghiaccio sintetico che vi rimarrà fino al 16 febbraio. Ingresso 5 euro all'ora con pattini a noleggio inclusi. Riduzone a 4 Euro per tutti gli studenti delle scuola della città di Treviso e gli iscritti alle associazioni sposrtive.


Per le prime due righe tutto bene, più o meno. Poi iniziano gli errori di battitura e di concordanza: riduzone, sporstive, delle scuola. Tutti sbagli correggibili semplicemente con una rilettura del testo. Ma ci sono altre anche “deficienze strutturali”, non ci sono gli orari di apertura e la notizia è stata pubblicata solo il giorno prima dell’inizio, senza una adeguata preparazione all’evento.