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sabato 28 novembre 2009

3 al p(r)ezzo di 1

Tutte in un colpo a novembre arrivano tre belle pubblicazioni alle quali ho partecipato.

La prima è un appuntamento ormai classico: l’uscita della guida ai locali notturni dell’inverno di 2night. Ho curato la redazione delle recensioni dei locali di Treviso. Quest’anno ho descritto e commentato 21 tra ristoranti, cocktail bar e discoteche, un numero lievemente inferiore al solito, un po’ per scelte editoriali, un po’ per via della crisi che si fa sentire anche in questo settore.


Nello stesso periodo è uscito anche il numero di 2venice dove, oltre ai consigli turistici su Venezia, c’è anche una proposta di visita ad una località dell’entroterra, dedicata questa volta alla Marca Trevigiana. Mi sono occupato di creare una mini-guida alla città di Treviso e di segnalare i principali appuntamenti dei prossimi mesi.

La terza pubblicazione è un po’ una sorpresa. Max, la rivista maschile del gruppo RCS, si è presentato in edicola con una nuova veste grafica. Il magazine è ritornato alle origini con un formato più grande, come quello creato 25 anni fa. Di solito in momenti di crisi si riducono le dimensioni, la scelta di Max è stata, invece, di ingrandirsi, per differenziarsi dalla concorrenza. Verso la fine del giornale c’è la sezione dedicata alla night life con uno speciale sui drink del momento. Per il nord est d’Italia ho selezionato Asha Eating Club e mi sono fatto consigliare dai barman uno degli originali cocktail a base di rum proposti dal locale. Mentre l’intervista ad un altro grande creatore di drink, l’ex campione del mondo Samuele Ambrosi, sarà sul numero di dicembre di 2night.

mercoledì 24 dicembre 2008

Parole di burro

Recentemente mi è capitato di intervistare due giovani cuochi. Il background era comune: entrambi sono nati e, dopo diverse esperienze, cucinano in ristoranti del Nord Est. Ma lo stile comunicativo delle risposte non poteva essere più divergente.

Il primo, Terry Giacomello, ha lavorato per 3 anni in Spagna al El Bulli, la creatura gastronomica di Ferran Adrià, probabilmente il miglior ristorante al mondo secondo la guida Michelin. Perciò ti aspetteresti uno chef tanto elegante nelle portate quanto nelle parole. Invece, forse perché è stato a diretto contatto con il verbo del profeta, si esprimeva pressoché per slogan. Come: “la mia cucina è tecnico-emozionale” o “l’Italia manca di cultura gastronomica”. Lì per lì fanno un bell’effetto, ma sono poi difficile da rendere in una intervista che cerchi di essere discorsiva e non troppo frammentata come un rap. Mancavano di approfondimento.

Quello che non ti aspetti è Michele Cella, vincitore del prestigioso Alma Viva Awards, il premio dedicato ai giovani cuochi italiani, istituito da Gualtiero Marchesi. Sono rimasto molto stupito dalla sua capacità di descrivere i piatti che aveva creato per il concorso, spiegandomi le particolarità e tecniche che aveva impiegato. Un cuoco così non si mangia certo le parole.

sabato 26 luglio 2008

Lago Film Fest

L’idea era di quelle folli: creare un festival di cortometraggi in un piccolo paesino in riva al lago che mai si era interessato di cinema. E come tutte le idee folli ha avuto successo. Così quattro anni fa è nato il Lago Film Festival, una rassegna di corti che vengono proiettati da una piattaforma galleggiante sull’acqua o nei cortili delle case, mentre il pubblico si siede molto informalmente sull’erba del declivio o sulle sedie di tutti i giorni.

Oltre che per la location di grande impatto (Lago è un paesino incantato che conserva l’atmosfera dei tempi passati con case e muretti in pietra illuminati dalla luce delle candele), il festival si fa apprezzare anche per la qualità dei cortometraggi che sono aumentati di numero e di valore nel corso degli anni.

Tra i premi assegnati c’è quello per la migliore sceneggiatura dedicato al bellunese Rodolfo Sonego, una delle personalità più luminose del cinema italiano, collaboratore ed amico di Alberto Sordi, nonché sceneggiatore di molti sui film, come “Il vigile”, “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata", “Il moralista”, "Una vita difficile".


Ieri sera è stato proiettato un documentario-intervista realizzato da Carlo Lizzani a Sonego, in cui lo sceneggiatore descrive la sua carriera e il suo modo di scrivere per il cinema. Nei suoi racconti o nelle sue sceneggiature ricercava sempre un’idea o una trovata, come la chiamava. Ci doveva essere un soggetto forte che contenesse dentro una metafora della vita e della società. Una volta individuato permetteva allo scrittore di conoscere fin dall’inizio come si sarebbe sviluppato e concluso il film. Sono nati da questi colpi di genio le intuizioni per l’annunciatore bravissimo, ma per nulla fotogenico, interpretato da Sordi in “Guglielmo il dentone” o l’episodio in “Roma ore 11” della donna che rifiuta i soccorsi e muore per non mostrare la misera biancheria che portava sotto il vestito.