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domenica 1 giugno 2008

Niente copy siamo inglesi

Spesso gli italiani sono accusati (anche a ragione) di non avere un buon feeling con le lingue straniere. A quanto pare il vizio è reciproco: anche gli inglesi non scherzano.

Su un free press locale ho trovato un annuncio pubblicitario scritto in un italiano alquanto imbarazzante. Eccolo:

“Hai bisogno di un sito internet? Noi ti facciamo un sito sia in italiano che in inglese allo stesso prezzo e molto competativo nel mercato. Scegli un sito tra quelli già fatti e disponibile in template oppure disegniamone uno assieme! In ogni caso, un sito internet è fondamentale al giorno d’oggi!”

Anche la grammatica e la sintassi italiana, mi verrebbe da dire. A parte l’errore grammaticale, nel testo ci sono almeno due periodi (su quattro) che, anche se sono formalmente corretti, per un italiano suonano sgradevoli da leggere. E fanno accendere la spia dell’attenzione.


Dopo aver visto l’annuncio, vi affidereste a questa azienda per sviluppare il vostro sito internet e la vostra comunicazione on line, se è davvero così fondamentale al giorno d’oggi? Non sarebbe stato meglio affidarsi ad un copywriter italiano (o almeno ad un traduttore) per scrivere il bodycopy dell’annuncio? E magari anche per i testi dei siti internet da realizzare per i clienti?

sabato 19 gennaio 2008

A bomba sugli hotel di lusso

L’hotel Des Bains è uno dei più belli al Lido di Venezia, costruito ai primi del novecento in stile liberty. Credo che anche “Morte a Venezia” di Thoms Mann sia stato ambientato lì. Lo frequenta una clientela internazionale di alto livello. Sarebbe perciò naturale pensare che anche i testi del sito internet siano in linea con il linguaggio e le abitudini dei suoi frequentatori.

Invece non è così. Nel bel mezzo della pagina introduttiva trovo una caduta di stile che neanche l’albergo di basso rango della ben più popolare Jesolo si permette. Tra le diverse attività offerte per rendere il soggiorno più interessante c’è la possibilità di sfidare “la famiglia in una gara di tuffi a bomba nella piscina esterna”. Si avete letto bene: tuffi a bomba! Me lo vedo proprio il gentleman inglese o il compito giapponese che si lancia di corsa in piscina per fare più schizzi possibili.


Una svista casuale? Non proprio. In un’altra pagina si legge: il “bar Colony, il posto migliore per sorbire (?) un cocktail rinfrescante”. Qui forse il traduttore ci ha messo del suo per peggiorare il testo, ma un impressione di sciatteria rimane.
Quasi quasi scrivo all’Hotel Des Bains per proporre una consulenza di copywriting. Vediamo che succede.