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sabato 27 giugno 2009

Magic Italy

La magia è fatta. Con un colpo di bacchetta magica il Presidente del Consiglio ha fatto comparire a sorpresa un nuovo logo dell’Italia. E’ arrivato Magic Italy, il prodigio che rilancerà il turismo nel nostro paese.


In realtà il nuovo logo, di cui non si sentiva la mancanza, non è stato ben accolto. SocialDesignZine lo ha definito un “accrocchio di luminescente barbarie grafica, a ben guardare, non ha né struttura, né status, né dignità di marchio: ci sembra scarsamente applicabile in qualsiasi contesto, non ha un retroterra né simbolico né narrativo.” La cosa più preoccupante, per un copywriter come me, è poi che parla una lingua che non nemmeno è l’italiano perché è scritto in inglese.

Sembra uno dei quei progetti in cui il committente vuole sostituirsi all’art director e al copywriter. Lavorando nel nord-est non è difficile imbattersi nel padre-padrone dell’azienda, il classico “faso tuto mi”, che si intromette nel loro lavoro di un’agenzia pubblicitaria e ne dirige le scelte, spesso con pessimi risultati. Dal Presidente del Consiglio forse ci si aspetterebbe un atteggiamento diverso…

Non si tratta semplicemente di una limitazione della libertà creativa, ma di un mancato riconoscimento del valore delle diverse professionalità ed esperienze. La speranza è che Magic Italy faccia la fine di italia.it. Passi nell’anonimato, così almeno non potrà far danni.

sabato 18 aprile 2009

Lo ha detto la TV











Ho improvvisamente
scoperto di essere salito nella scala sociale. Fare il copywriter è diventato un lavoro desiderabile.

L’illuminazione è avvenuta ieri sera. Mentre guardavo “Le Iene” di Italia1 è comparsa una televendita. Atmosfera ricercata, un tocco di glamour, la presenza dell’ex velina Ilary Blasi e le testimonianze di vari personaggi legati al suo magico mondo: un regista e, udite udite, un copywriter. Con tanto di didascalia in sovraimpressione.

Non c’è che dire: ho fatto un bel salto sul divano. Finora avevo considerato il mio lavoro una professione nota agli addetti ai lavori, non certo alla portata della massaia. Anzi ho sempre avuto una certa difficoltà a spiegare cosa facevo per vivere. Ma ora se il copywriter viene sdoganato dalla promozione tv è un segnale epocale. Sono entrato nell’empireo delle professioni appetibili.


Magari non si avrà una esatta conoscenza delle mie competenze, al posto del sottotitolo copywriter avrebbe potuto esserci stylist o direttore della fotografia, ma sono diventato uno di quei professionisti che si tengono a punto di riferimento dell’evoluzione della società, dei suoi gusti e consumi. Potere della pubblicità.

Ora vado a comprarmi un paio di scarpe per completare l’opera di riconoscimento delle mie qualità professionali. A proposito Nerogiardini.

sabato 21 marzo 2009

La fucina della creatività

Per uscire dalla crisi serve l’innovazione. Mantra ripetuto sempre più spesso, ma sempre disatteso. Per cercare di migliorare lo spirito innovativo la fondazione La Fornace di Asolo ha ideato una serie di incontri sulla creatività dal titolo “CreativaMente: cambiare innovando”.

L’obiettivo è promuovere il valore dell’approccio innovativo e creativo nei più svariati settori di attività, non solo nella pubblicità e nella comunicazione. Nella speranza di consegnare alle imprese, ai professionisti e, più in generale, a tutte le persone un efficace modus operandi per affrontare le sfide e le opportunità del mondo.

Fino a maggio si svolgeranno seminari e laboratori gratuiti con testimonial d’eccezione. Ad aprire la manifestazione venerdì 20 marzo, ad esempio, è stata chiamata Annamaria Testa, copywriter pubblicitaria, consulente e docente universitaria sui temi della comunicazione. Nonché autrice di un testo sulla pubblicità che mi aveva fatto da guida ai tempi dell’università: “La parola immaginata”.


Annamaria Testa ha dipinto il quadro poco confortante dell’innovazione nelle aziende italiane, agli ultimi posti in Europa. Ma ha indicato come la creatività sia l’unico modo per uscire dall’empasse e dalla competizione basata sui prezzi. Una creatività, però, che va alimentata con cultura, tenacia, passione, talento, metodo. E formazione. Una occasione da non perdere visto che il 2009 è stato dichiarato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo “Anno europeo per l’innovazione e la creatività”.

sabato 21 febbraio 2009

!, il magazine dell’Innovation valley

Si muove qualcosa di nuovo a Nord Est. E soprattutto si scrive. E’ appena uscito !, il magazine dell’Innovation Valley, ovvero del Nord-Est, uno dei territori a più alta densità di innovazione e creatività al mondo.

Il nome della rivisita è "!", proprio il segno grafico che identifica il punto esclamativo, a sottolineare la sorpresa e lo stupore di un territorio, caratterizzato da un'altissima tensione progettuale e creativa, nella moda come nell'architettura, nell'arte come nel design e nella ricerca. E’ un magazine contemporaneo che parla del territorio del Nord-Est, ma con un linguaggio nuovo e internazionale, secondo codici globali. Niente immagini stereotipate tipo fabbrichette ed evasione fiscale insomma.

La rivista descrive le eccellenze, le specificità e le contraddizioni dell’area, per incrementarne la consapevolezza interna e rafforzarne l’identità, per raccontare ad un pubblico nazionale ed internazionale le storie di decine di innovators. Ogni servizio racconta gli esempi migliori, ma a volte poco noti, del lavoro creativo: fotografi, creativi, stilisti, copywriter dell’Innovetion Valley interpretano luoghi, prodotti, persone, immaginari del Nord-Est.


La rivista ha contenuti sia in italiano che in inglese, nell’intento di coinvolgere da subito una readership internazionale. Inizialmente ha una uscita trimestrale, che diventerà mensile già dal 2010. Viene distribuita in allegato con il Corriere della Sera/Corriere del Veneto e nei luoghi più importanti della cultura italiana, dalla Collezione Peggy Guggenheim al Mart, ma anche nelle istituzioni internazionali, nelle Biennali, nelle Fiere e nelle grandi aziende dell’Innovetion Valley. Il primo numero, uscito a fine gennaio, è dedicato al tema de “L’arte di rischiare”. Proprio quello che ci vuole in tempi di crisi.

sabato 18 ottobre 2008

Casatella cerca slogan

La Casatella, il formaggio morbido tipico in provincia di Treviso, è alla ricerca di uno slogan (sarebbe più corretto dire payoff) con cui accompagnarsi nelle prossime occasioni ufficiali. Per trovarlo non si è affidata ad una agenzia di pubblicità, ma ad un concorso pubblico, aperto a tutti, esperti e non.

L’idea è del Consorzio per la tutela del formaggio Casatella trevigiana, in collaborazione con la Tribuna, uno dei quotidiani di Treviso. Se volete mettervi alla prova come copywriter per un giorno, non dovete fare altro che registrarvi sul sito e lasciare il vostro payoff. Si possono usare al massimo cinque parole, esclusi i termini “Casatella”, “Trevigiana” e “Dop”. Vengono contati sostantivi, aggettivi, verbi, pronomi, ma non articoli, preposizioni e congiunzioni. C’è quindi la possibilità di creare frasi piuttosto lunghe, anche se è sconsigliabile per non perdere l’immediatezza del messaggio e della lettura.


Sarà poi una giuria di esperti a scegliere i payoff migliori. Non si vince denaro, ma tanta buona Casatella naturalmente. C’è tempo fino al 30 novembre 2008. In bocca al lupo.

domenica 1 giugno 2008

Niente copy siamo inglesi

Spesso gli italiani sono accusati (anche a ragione) di non avere un buon feeling con le lingue straniere. A quanto pare il vizio è reciproco: anche gli inglesi non scherzano.

Su un free press locale ho trovato un annuncio pubblicitario scritto in un italiano alquanto imbarazzante. Eccolo:

“Hai bisogno di un sito internet? Noi ti facciamo un sito sia in italiano che in inglese allo stesso prezzo e molto competativo nel mercato. Scegli un sito tra quelli già fatti e disponibile in template oppure disegniamone uno assieme! In ogni caso, un sito internet è fondamentale al giorno d’oggi!”

Anche la grammatica e la sintassi italiana, mi verrebbe da dire. A parte l’errore grammaticale, nel testo ci sono almeno due periodi (su quattro) che, anche se sono formalmente corretti, per un italiano suonano sgradevoli da leggere. E fanno accendere la spia dell’attenzione.


Dopo aver visto l’annuncio, vi affidereste a questa azienda per sviluppare il vostro sito internet e la vostra comunicazione on line, se è davvero così fondamentale al giorno d’oggi? Non sarebbe stato meglio affidarsi ad un copywriter italiano (o almeno ad un traduttore) per scrivere il bodycopy dell’annuncio? E magari anche per i testi dei siti internet da realizzare per i clienti?