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sabato 30 gennaio 2010

Comunicazione et(n)ica

Se la quota di immigrati nella popolazione italiana cresce anche la comunicazione si adegua. Savno, azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti nell’alto trevigiano, ha realizzato una campagna pubblicitaria destinata agli extracomunitari per sensibilizzarli alla raccolta differenziata.


Sui manifesti realizzati per la campagna ci sono i volti di 12 immigrati provenienti da diverse nazioni che, nella loro lingua di origine, comunicano lo slogan “Anch’io faccio la differenza!”. Il cittadino extracomunitario diventa protagonista della comunicazione. La scelta di utilizzare i volti degli stranieri, infatti, ha lo scopo di agevolare l’identificazione delle persone al messaggio veicolato.

I manifesti sono accompagnati da un manuale che contiene una descrizione dettagliata di tutte le tipologie di rifiuto, corredata da foto e disegni. I testi sono redatti sia in italiano sia in diverse lingue straniere per incentivare il più possibile l’integrazione degli immigrati e la comprensione.

Nel rispetto dello spirito ecologista dell’azienda, i depliant informativi non vengono distribuiti “a pioggia”, ma diffusi attraverso le strutture a cui abitualmente gli immigrati si rivolgono, come l’Informagiovani, il consultorio, la Caritas, lo sportello stranieri, la questura, gli uffici postali, i phone center.

sabato 1 novembre 2008

Mini gonna, maxi titolo

Le regole, si sa, sono fatte per essere violate. E non c’è maggior trasgressore di Oliviero Toscani. Ancora una volta è riuscito a far parlare di sé, più che del prodotto che doveva promuovere.

A differenza di altri non mi soffermo sulla scelta dell’immagine della campagna pubblicitaria per il lancio della nuova Unità (una ragazza in minigonna di spalle per un quotidiano progressista ed egalitario), ma sulla parte testuale.

Toscani sembra aver trasferito tutti gli input del briefing, senza filtro e riflessione, direttamente sul manifesto. Sparpagliati lì, privi di un ordine di lettura, ci sono 14 aggettivi, tutti al femminile, usati per descrivere il giornale.


Delle poche regole che ho imparato sul copywriting ce n’è una che invita ad essere brevi ed incisivi, a preferire headline non troppo lunghe, di quattro, cinque parole al massimo. Senza scomodare Calvino e le sue “Lezioni americane”, dove suggeriva semplicità ed essenzialità, basterebbe citare il detto popolare “a buon intenditore poche parole”…


Usare per una headline ben 14 (quattordici) parole senza nessuna congiunzione, che non formano una frase di senso compiuto mi sembra eccessivo. Mi immagino l’effetto di spaesamento che proverà l’ipotetico lettore davanti a questo cartello. Ma cosa mai capirà?

sabato 29 marzo 2008

O lui o...

Ha fatto molto parlare di se in questi giorni a Treviso la campagna pubblicitaria elettorale del candidato sindaco della sinistra Arcobaleno Nicola Atalmi. Merito di due azzeccatissimi manifesti.

In mezzo ad una marea di volti politici, non sempre fotogenici, che ti guardano dall’alto ha fatto scalpore una pubblicità, in cui le persone sono sostituire dagli animali. Gli spregiudicati manifesti raffigurano un gallo e un maiale con tanto di fascia tricolore e la scritta “O lui, o Atalmi”.

Anche se non ci sono riferimenti diretti e un asterisco avvisa che ogni riferimento a persone è puramente casuale, i più maliziosi hanno visto dei chiari rimandi alla scena politica trevigiana. Il gallo rappresenta il pro-sindaco Giancarlo Gentili (che alcuni giorni prima si era profeticamente ed involontariamente paragonato al classico gallo del pollaio), mentre il maiale alluderebbe al sindaco uscente Gian Paolo Gobbo.

In pochi giorni i manifesti sono andati letteralmente andati a ruba, con tanto di distribuzione pubblica delle rarità al mercato cittadino e asta on line su Ebay per aggiudicarsi l’ultima copia autografata.


Atalmi, sia chiaro, non vincerà mai a Treviso. Ma di sicuro si sarà divertito ad infastidire i suoi storici rivali.